- by admin
- 28 Luglio 2014
Quando a 34 anni mi è stato diagnosticato un tumore del colon , stavo attraversando un periodo buio della mia esistenza e ho preso atto di questa “cosa” come se fosse un ultimo pesante colpo che mi arrivava addosso.
Ricordo i giorni prima dell intervento quando mi confrontavo con la possibilità della morte e percepivo per la prima volta come la “nostra vita” in realtà non ci appartenesse affatto ma fosse un magico mantello solo appoggiato sulle nostre spalle.
Ricordo il risveglio dopo l’intervento , quando il professor Giovanni Battista Grassi mi ha preso la mano e mi ha detto con il suo modo essenziale e intenso “abbiamo pulito tutto, puoi guarire”.
In quel momento mi sono sentita giovane e viva come non mi ero mai sentita prima. Il tumore e poi il “miracolo” di poter avere una seconda vita hanno inciso profondamente dentro di me.
Mi sono “svegliata” e ho deciso di vivere lasciando alle spalle una parte della mia vita che non mi apparteneva più e che forse non mi era mai appartenuta. Ho sentito prorompente il desiderio di cambiare il mio lavoro fino ad allora “consacrato” al laboratorio . Avevo voglia di occuparmi in altro modo dei pazienti ematologici: basta provette e vetrini volevo volti umani e storie di persone. Sono passati tanti anni e mi sono accadute tante cose belle e assolutamente impreviste. Una delle piu belle è che mi sono innamorata del lavoro di medico: mi occupo di curare i pazienti con linfoma. Vivo questo lavoro con la profonda convinzione che non esiste un lavoro piu bello perche’ mi fa sentire utile . Sono stata curata da medici bravi e umani ed e’ quello che io cerco di essere ogni giorno.
Ricordo i giorni prima dell intervento quando mi confrontavo con la possibilità della morte e percepivo per la prima volta come la “nostra vita” in realtà non ci appartenesse affatto ma fosse un magico mantello solo appoggiato sulle nostre spalle.
Ricordo il risveglio dopo l’intervento , quando il professor Giovanni Battista Grassi mi ha preso la mano e mi ha detto con il suo modo essenziale e intenso “abbiamo pulito tutto, puoi guarire”.
In quel momento mi sono sentita giovane e viva come non mi ero mai sentita prima. Il tumore e poi il “miracolo” di poter avere una seconda vita hanno inciso profondamente dentro di me.
Mi sono “svegliata” e ho deciso di vivere lasciando alle spalle una parte della mia vita che non mi apparteneva più e che forse non mi era mai appartenuta. Ho sentito prorompente il desiderio di cambiare il mio lavoro fino ad allora “consacrato” al laboratorio . Avevo voglia di occuparmi in altro modo dei pazienti ematologici: basta provette e vetrini volevo volti umani e storie di persone. Sono passati tanti anni e mi sono accadute tante cose belle e assolutamente impreviste. Una delle piu belle è che mi sono innamorata del lavoro di medico: mi occupo di curare i pazienti con linfoma. Vivo questo lavoro con la profonda convinzione che non esiste un lavoro piu bello perche’ mi fa sentire utile . Sono stata curata da medici bravi e umani ed e’ quello che io cerco di essere ogni giorno.
Christina Cox