- by admin
- 28 Gennaio 2014
Cari Amici, è ormai cosa nota che nell’essere umano vige una sorta di riservatezza e diffidenza verso il prossimo ma, leggendo tutti i post e ogni singolo commento, credo sia opportuno che ognuno di Noi metta da parte il proprio orgoglio e condivida i propri problemi rendendo partecipi tutti coloro che di questo male ne hanno fatto o ne stanno facendo esperienza a proprie spese. Ahimè, il motivo del contendere si chiama Linfoma di Hodgkin. Mi chiamo Enzo Giacobbe e tra qualche mese compirò 47 anni, sono padre di 4 meravigliosi figli ed anch’io ho affrontato il Sig. Linfoma. La mia vita purtroppo non è mai stata rose e fiori poiché ho dovuto affrontare di tutto. Grazie alla tenacia e alla fiorente attività messa in piedi da mio padre, l’ultimo dei miei problemi era la parte economica. Sembra cosa grandiosa ma, se paragonato a tutta la negatività che la vita mi ha riservato, sarebbe stato meglio essere povero e avere accanto a me i miei Cari. Il giorno che ho compiuto 16 anni ho dovuto affrontare la perdita di mio fratello, più grande di me di appena 18 mesi, e la vita sembrava non avere più un senso. Quel ragazzo che per 16 anni aveva condiviso la mia stanzetta, i miei giochi, la mia infanzia non c’era più. La mia famiglia aveva subito un trauma così forte che aveva cancellato dai nostri visi qualsiasi sorriso. A 20 anni mi sono fidanzato e a 24 mi sono sposato. Precisamente un anno dopo è nata la mia primogenita e 2 anni dopo il secondo figlio. La vita cominciava a sorridermi, almeno così pensavo, ma un mese dopo, precisamente a Natale del 1995, mio padre appena 60enne ha avuto un incidente stradale morendo sul colpo. Tutti noi siamo sprofondati in un tunnel oscuro non trovando nemmeno la forza per mangiare. Ma quel Sant’uomo nei suoi tanti insegnamenti mi ripeteva sempre… “ Ricorda, la Vita ti darà tante gioie ma anche tante amarezze, l’importante è non aggirare mai l’ostacolo e affrontare i problemi con coraggio, forza e tanta fede”…. Cosa dirvi? Non è stato facile ma da allora avevo giurato a me stesso che, fin quando il buon Dio mi avesse lasciato gli occhi aperti, avrei lottato contro tutte le avversità che la Vita mi avrebbe messo davanti… La sfida mi si è presentata pochi anni dopo. Infatti nel mese Maggio del 2002, avevo una tosse stizzosa e continua, trattata per 2 mesi dal medico curante come bronchite e, come tale, mi ha ordinato 18 + 18 punture di penicillina per iniziare e successivamente pillole di cortisone causandomi nelle spalle il cosiddetto Fuoco di Sant’Antonio. A quel punto, non fidandomi più dei medici delle nostre zone, mi sono recato a Roma a Villa Margherita dove ho scoperto, dopo vari accertamenti, di essere affetto da Linfoma di Hodgkin allo stadio 4° A. La malattia aveva già invaso la zona tracheale, ascellare e inguinale, con la milza ingrossata di 12 cm.
Il referto diceva:
A livello del mediastino anteriore-superiore,anteriormente all’arco aortico ed ai vasi epiaortici, si osservano un gruppo di linfonodi aumentati di dimensioni di circa 25 mm; Linfoadenopatia di circa 25 mm lungo il decorso dell’arteria carotide comune di sinistra; Due linfonodi di circa 10 e 15 mm in sede sovraclaveare sinistra;
Il referto diceva:
A livello del mediastino anteriore-superiore,anteriormente all’arco aortico ed ai vasi epiaortici, si osservano un gruppo di linfonodi aumentati di dimensioni di circa 25 mm; Linfoadenopatia di circa 25 mm lungo il decorso dell’arteria carotide comune di sinistra; Due linfonodi di circa 10 e 15 mm in sede sovraclaveare sinistra;
Linfonodi aumentati di dimensioni di circa 15mm,20mm e 25mm di diametro in sede ascellare profonda sinistra, al di sotto del muscolo piccolo pettorale e lungo la vena succlavia;
A livello del VII segmento si osserva una piccola formazione nodulare solida ipodensa di circa 12 mm di diametro;
La milza appare aumentata di dimensioni, con diametro longitudinale di circa 12 cm. Nel contesto del parenchima splenico si osservano numerose piccole aree ipodense, solide, di dimensioni comprese fra 7 e 18 mm;
Presenza di un linfonodo aumentato di dimensioni di circa 20 mm in sede para-aortica- sinistra a livello dell’ilo renale.
A quel punto il Prof. Vincenzo STIPA, con molto garbo, mi comunicava che dovevo essere operato immediatamente in modo che mi venissero asportati almeno i linfonodi annidati nella trachea e iniziare immediatamente le chemioterapie in modo da cominciare a “smantellare” il male. Caso contrario, entro i successivi 15 giorni, avrei dovuto subire il trapianto del midollo… E comunque la diagnosi era “ Ti sono rimasti 2 mesi di Vita”. Amici miei, avevo 35 anni, 3 figli e mia moglie proprio in quei giorni si spaventava di comunicarmi di essere incinta. Cosa dirvi? Mi sono concesso 24 ore di sbandamento dopodiché ho alzato gli occhi al cielo e, ripetendo il giuramento fatto dopo la morte di mio padre “ Fin quando avrò gli occhi aperti lotterò contro tutto e tutti”, ho affrontato l’operazione. Dopo una settimana avrei dovuto iniziare le chemioterapie, cosa che mi accingevo a fare sempre a Roma. Mi ricordo che l’Ematologo del Policlinico Umberto I, Dott. Maurizio Martelli, mi disse: “Caro Vincenzo io capisco la tua scetticità sulla Calabria ma sappi che all’ospedale Riuniti di Reggio Calabria avete il miglior centro di Ematologia d’Italia. Tra l’altro conosco personalmente tanti colleghi, in particolare la Dott.ssa Caterina Stelitano, donna d’animo nobile, che sta dedicando tutta la sua vita al servizio dei suoi pazienti affetti da questa grave malattia. A quel punto, dopo qualche giorno, mi presentai all’ospedale Riuniti e conobbi il mio angelo, Caterina, persona stupenda e squisita che ha messo e continua a mettere a tutt’oggi la propria vita a disposizione dei suoi pazienti trascurando a volte anche i propri affetti. Dopo i colloqui di rito, ho iniziato col sorriso il mio cammino, non sapendo di certo dove mi avrebbe portato ma di sicuro non avrei avuto nessun rimpianto per non averci provato. Mi dispiace se mi sono prolungato, spero di non avervi annoiato, ma solo uno come me che ha subito tanto dolore può dare AMPIA TESTIMONIANZA che nella vita non bisogna MAI abbattersi ed è nostro obbligo riporre tanta fede nel buon Dio e avere tanta tanta forza per lottare e non mollare mai. Spero di cuore che tutti Voi possiate gridare come me “ Hodgkin, ti ho distrutto”. Ricordate, da lassù qualcuno ci aiuta.
A livello del VII segmento si osserva una piccola formazione nodulare solida ipodensa di circa 12 mm di diametro;
La milza appare aumentata di dimensioni, con diametro longitudinale di circa 12 cm. Nel contesto del parenchima splenico si osservano numerose piccole aree ipodense, solide, di dimensioni comprese fra 7 e 18 mm;
Presenza di un linfonodo aumentato di dimensioni di circa 20 mm in sede para-aortica- sinistra a livello dell’ilo renale.
A quel punto il Prof. Vincenzo STIPA, con molto garbo, mi comunicava che dovevo essere operato immediatamente in modo che mi venissero asportati almeno i linfonodi annidati nella trachea e iniziare immediatamente le chemioterapie in modo da cominciare a “smantellare” il male. Caso contrario, entro i successivi 15 giorni, avrei dovuto subire il trapianto del midollo… E comunque la diagnosi era “ Ti sono rimasti 2 mesi di Vita”. Amici miei, avevo 35 anni, 3 figli e mia moglie proprio in quei giorni si spaventava di comunicarmi di essere incinta. Cosa dirvi? Mi sono concesso 24 ore di sbandamento dopodiché ho alzato gli occhi al cielo e, ripetendo il giuramento fatto dopo la morte di mio padre “ Fin quando avrò gli occhi aperti lotterò contro tutto e tutti”, ho affrontato l’operazione. Dopo una settimana avrei dovuto iniziare le chemioterapie, cosa che mi accingevo a fare sempre a Roma. Mi ricordo che l’Ematologo del Policlinico Umberto I, Dott. Maurizio Martelli, mi disse: “Caro Vincenzo io capisco la tua scetticità sulla Calabria ma sappi che all’ospedale Riuniti di Reggio Calabria avete il miglior centro di Ematologia d’Italia. Tra l’altro conosco personalmente tanti colleghi, in particolare la Dott.ssa Caterina Stelitano, donna d’animo nobile, che sta dedicando tutta la sua vita al servizio dei suoi pazienti affetti da questa grave malattia. A quel punto, dopo qualche giorno, mi presentai all’ospedale Riuniti e conobbi il mio angelo, Caterina, persona stupenda e squisita che ha messo e continua a mettere a tutt’oggi la propria vita a disposizione dei suoi pazienti trascurando a volte anche i propri affetti. Dopo i colloqui di rito, ho iniziato col sorriso il mio cammino, non sapendo di certo dove mi avrebbe portato ma di sicuro non avrei avuto nessun rimpianto per non averci provato. Mi dispiace se mi sono prolungato, spero di non avervi annoiato, ma solo uno come me che ha subito tanto dolore può dare AMPIA TESTIMONIANZA che nella vita non bisogna MAI abbattersi ed è nostro obbligo riporre tanta fede nel buon Dio e avere tanta tanta forza per lottare e non mollare mai. Spero di cuore che tutti Voi possiate gridare come me “ Hodgkin, ti ho distrutto”. Ricordate, da lassù qualcuno ci aiuta.
Gioia Tauro lì, 25 gen 2014
Enzo