- by Martina Manni
- 18 Aprile 2023
La scelta terapeutica nei linfomi è guidata principalmente dal sottotipo specifico di linfoma diagnosticato e dallo stadio della malattia, ossia la sua estensione. All’esame istologico e agli esami per la stadiazione (quali TAC, PET e biopsia osteomidollare), sono inoltre associati degli esami aggiuntivi per la valutazione dei fattori prognostici. I fattori prognostici (dal greco pro-gnosis = conoscere prima) sono degli elementi che possono influenzare la prognosi del paziente, e risultano quindi di supporto nell’indirizzare la scelta terapeutica.
I principali fattori prognostici per il linfoma sono l’età, il Performance Status (cioè le condizioni cliniche alla diagnosi), la presenza di sintomi sistemici, i livelli sierici di LDH, lo stadio della malattia, la presenza di sedi extranodali, il numero di sedi linfonodali coinvolte ed altri fattori specifici per tipo di linfoma.
La combinazione di diversi fattori prognostici è utilizzata per calcolare gli indici prognostici, che hanno lo scopo di identificare la popolazione di pazienti a più alto rischio di insuccesso con i trattamenti standard. Tale approccio è quindi fondamentale per determinare la strategia terapeutica più appropriata sulla base del rischio individuale del paziente (basso, intermedio o alto). Indipendentemente dal tipo di indice prognostico, per ciascun fattore di rischio che lo compone presente nel paziente viene assegnato un punto; in base alla somma dei punti è possibile riconoscere la classe di rischio per ogni soggetto.
Nel tempo sono stati sviluppati diversi indici prognostici specifici per istologia. Ad esempio, per i linfomi aggressivi il più utilizzato è stato l’International Prognostic Index (IPI), che si basa sulla valutazione di 5 parametri sfavorevoli: età maggiore di 60 anni, malattia in stadio avanzato (III o IV), Performance Status ≥ 2, LDH sierico elevato, due o più sedi extranodali coinvolte. Per i linfomi follicolari l’indice maggiormente in uso è stato il Follicular Lymphoma International Prognostic Index (FLIPI), che consiste anch’esso nella combinazione di 5 fattori di rischio: età maggiore di 60 anni, più di 4 sedi linfonodali coinvolte, LDH sierico elevato, livelli di emoglobina < 12 g/dL, malattia in stadio avanzato (III o IV). E così via per le altre tipologie di linfoma.
La ricerca svolge un ruolo chiave anche in questo settore, in quanto si interroga costantemente su quali siano gli indici prognostici più accurati e di maggiore rilevanza clinica. Gli indici prognostici sono quindi in continua evoluzione, in quanto vanno di pari passo con i progressi della ricerca scientifica (migliore comprensione della biologia dei linfomi, avvento di nuove terapie).