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- 20 Gennaio 2014
Mi chiamo Filomena, ho 32 anni, sono mamma, moglie, lavoratrice dipendente… La mia storia inizia quasi 11 anni fa quando, la mattina del 5 marzo 2003, mi sveglio completamente sudata e con un linfonodo particolarmente gonfio sul lato sinistro del collo (poi imparai che la zona si chiama laterocervicale sovraclaveare). Vivevo a Roma dalle Suore Pallottine dove mi ero trasferita 3 anni prima per studiare psicologia a La Sapienza. Subito preoccupata perché la settimana prima era stato diagnosticato un Linfoma non Hodgkin alla mia migliore amica vado al pronto soccorso, ma essendo un codice bianco, dopo 3 ore di attesa decido di andare via e farmi visitare da una dottoressa che viveva vicino al collegio e che mi prescrive vari esami di laboratorio ed un RX al torace. Dagli esiti sembra tutto ok solo un ombra vicino alla valvola mitralica per cui mi si consiglia una visita cardiologica. Continuo a non stare bene per cui decido di chiamare papà e farmi venire a prendere. Arrivata a Reggio mi faccio visitare dal medico ed amico che da piccola mi seguiva per via della febbre reumatica e che mi rassicura prescrivendomi degli antibiotici perché il tutto sembra solo un banalissimo mal di gola. Subito dopo inizio ad avere prurito alle gambe, penso sia una reazione allergica ed il dottore me lo conferma prescrivendomi degli antistaminici. Torno a Roma, riprendo la vita di sempre, trasloco: finalmente dopo 3 anni di collegio vado a vivere con altre ragazze in appartamento. Il prurito si manifesta sempre più insistentemente durante la notte, non mi fa dormire, penso che la polvere mi faccia allergia. Ritorno a Reggio per le vacanze estive , sto male, ormai non dormo più la notte, il prurito si è diffuso a tutto il corpo. Decido di tornare dal dottore che però è in ferie. Con papà decido di andare dal medico di base, Francesco, che subito mi prescrive un’ecografia laterocervicale…sospettava qualcosa. L’esito non dice nulla di buono: serve un ematologo ed una biopsia. Dopo 3 giorni, grazie al Dott. Trapani, faccio l’intervento. Trascorsa una settimana ho il mio primo contatto, telefonico, con la dott.ssa Stelitano: “Ciao Filomena, sono Caterina Stelitano, sono qui con il tuo papà, abbiamo ricevuto il referto della tua biopsia: ti è stato diagnosticato il Linfoma di Hodgkin…dobbiamo iniziare le cure”. Lei non sa ancora che io la conosco già…è la dottoressa della mia migliore amica… Mi tranquillizza per quanto fosse possibile tranquillizzare una ragazza di 22 anni che scopre di avere una malattia affine a quella che le sta portando via la sua amica del cuore…il giorno dopo il primo appuntamento. Ricordo come fosse oggi ogni singolo istante di quella giornata: dalle parole della dottoressa, agli occhi pieni di terrore e lacrime di mamma e papà, alle urla di Elisa che mi chiama per il prelievo… Di lì ad una settimana faccio tutti i test necessari per poter iniziare nel più breve tempo possibile la terapia. Si, “terapia”, perchè la parola CHEMIOTERAPIA ancora oggi non riesco a pronunciarla con leggerezza…forse è il primo meccanismo di difesa che la mia mente ha adottato per poter sconfiggere la malattia!
16 settembre 2003: mi stendo per la prima volta sul lettino del DayHospital di Ematologia…Elisa mi “attacca” alla prima flebo: protocollo di terapia standard ABVD. Avevo paura, ma quel giorno, e per tutta la durata delle terapie, ho cercato il più possibile di dimostrarmi forte agli altri e soprattutto alla mia famiglia: soffrivano già abbastanza soltanto al pensiero di potermi perdere, non potevano vedermi anche debole…DOVEVO guarire! Dopo una settimana iniziano a cadere i capelli…poco male, li ho rasati completamente! Andava tutto bene quando una maledetta sera di ottobre arriva una maledetta telefonata: Roby non ce l’ha fatta…la rabbia accumulata nei mesi precedenti e nel realizzare quella terribile notizia si trasforma in un solo pensiero: DEVO guarire anche per LEI! Dopo 4 cicli di ABVD l’8 aprile 2004, Venerdì Santo, mi sottopongo alla ventesima ed ultima seduta di radioterapia: tutto è andato per il meglio. Quando sei “malato” vivi sotto una campana di vetro fatta di ospedale e mascherine e quando quel brutto viaggio chiamato malattia finisce inizia una parte non meno difficile dal punto di vista relazionale: “ri-debuttare” in società. Devo ringraziare papà se sono riuscita a tornare a Roma e finire i miei studi universitari. A 23 anni notavo negli occhi delle persone che non mi avevano visto per un anno un pizzico di compassione: il collo bruciacchiato dalla radioterapia, i graffi sulle braccia, il gonfiore, i capelli radi… Ancora una volta ho tirato fuori tutta la mia determinazione per far capire alla gente che non ero contagiosa, ma avevo “sconfitto” una malattia importante per tornare e riconquistare la VITA! Da giugno 2007 sulla mia cartella clinica LH c’è scritto BENESSERE e per questo devo un GRAZIE alla mia famiglia tutta, alla Dott.ssa Stelitano, ai volontari AIL e ai miei amici che mi sono stati vicini e mi hanno sostenuta durante questa esperienza. Quando ho conosciuto Stefano, mio marito, la mia più grande paura era non potere avere figli per via delle terapie fatte 5 anni prima…La VITA ha risposto a questa paura: il 24 marzo 2010 è nata Rebecca… credo che solo nel momento in cui è nata lei io abbia sconfitto definitivamente la malattia nella mia mente. Dopo 18 mesi è nata Diletta. Mi chiamo Filomena, ho 32 anni, sono mamma, moglie, lavoratrice dipendente, sono GUARITA dal Linfoma di Hodgkin e, citando e rivisitando uno dei miei più grandi miti (Papa Giovanni Paolo II), vorrei dire a tutti “NON ABBIATE PAURA…DI AVERE PAURA!”
Filomena