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- 31 Ottobre 2013
Mi chiamo Francesco SGRO’, ex Vigile Urbano, sono un paziente del D.H. di Ematologia degli O.O.R.R. di Reggio Calabria; la Dott.ssa Caterina Stelitano, che segue il decorso della mia malattia, mi chiama “Vigile due” in quanto il “Vigile uno” è un mio collega, ancora in servizio, curato dalla stessa è guarito da un linfoma dopo l’autotrapianto delle cellule staminali. La mia storia ha inizio nell’anno 2007, quando facendo un po’ di sport (bicicletta) ho iniziato ad accusare un eccessivo senso di stanchezza che perdurava anche durante l’arco della giornata. Il medico di famiglia attribuiva la colpa di ciò ad una riduzione della forza muscolare, clinicamente denominata astenia, e mi consigliava di effettuare un semplice esame del sangue dal quale sarebbe poi emerso un significativo aumento dei globuli bianchi, probabilmente dovuto alla presenza di qualche infezione. Mi recavo quindi, presso il reparto di malattie infettive dei locali OO.RR. dove venivo sottoposto a svariati esami clinici in D.H. seguito dal Dott. Carmelo Mangano; detti esami risultavano tutti negativi ad eccezione del test di Coombs diretto e indiretto; ulteriori indagini evidenziavano una forma di LLC (Leucemia Linfatica Cronica) di tipo B. E’ facilmente immaginabile ciò che ho provato alla parola Leucemia, ma sono stato subito rassicurato dal Dott. Mangano che si trattava, nel mio caso, di tumore del sangue poco aggressivo caratterizzato dalla proliferazione e accumulo di linfociti e che molti pazienti conducono una vita quasi normale. Lo stesso Dott. Mangano prenotava una visita presso il D.H. di Ematologia dove sono stato seguito dal Dott. Callea (ora in pensione) il quale mi ha sottoposto all’esame del midollo prelevato dall’osso iliaco ed ad un esame T.A.C. effettuato con mezzo di contrasto, che evidenziava linfonodi di una certa dimensione. Per tre anni ho fatto semplici controlli periodici dai quali risultava un lento ma progressivo aumento dei globuli bianchi. Quando dagli esami ematologici detti globuli sono giunti alla bella cifra di circa 98.000, il Dott. Callea si consultava con la D.ssa Stelitano per iniziare (luglio 2010) il primo ciclo di chemioterapia (in totale ne ho effettuati quattro); nel contempo la commissione medica del M.E.F. (Ministero Economia e Finanze) mi collocava in pensione per inabilità. Mi sento in dovere di specificare che il reparto D.H. di Ematologia è un ambiente quasi familiare dove tutti si prodigano per tener su il morale dei pazienti, dall’accoglienza di Antonio (collaboratore A.I.L.) a Monica (segretaria) sino alla Dott.ssa Stelitano sempre disponibile e reperibile all’inverosimile, come del resto tutto il personale medico ed infermieristico. Dopo la terapia ho ripreso una vita quasi normale perché i valori ematologici si sono stabilizzati; tuttavia, rimanendo privo di difese immunitarie, ho dovuto sopportare qualche acciacco (tre pleuriti, una bronchite curate nei vari reparti degli OO.RR. ed una volta per circa 10 giorni presso il reparto di degenza Ematologia, e vari episodi di edemi della glottide). Oggi, a distanza di tre anni dalla terapia, posso dire con tranquillità di stare molto meglio e a parte qualche acciacco dovuto all’età (ho quasi 67 anni) e a qualche altro incidente di percorso, ogni tre mesi circa, dopo i soliti esami ematologici, vengo sottoposto a visita di controllo dalla Dott.ssa Stelitano la quale, nonostante i suoi problemi di salute, è sempre presente.