- by admin
- 3 Febbraio 2014
Il mio nome è Gianfranco, 34 anni, sposato da due e papà di un bellissimo bimbo di 1 anno e mezzo. La mia vita scorre serena, tra casa,famiglia, lavoro, amici e la grande passione per la musica. Già, sono un cantante ed ho un gruppo musicale con il quale mi esibisco nei locali della Capitale e dintorni. I miei “problemi” sono gli orari, il traffico, le notti insonni con il piccolo.. Nulla di serio, però. Passano i mesi ed è ormai la primavera del 2009. Una sera scopro un rigonfiamento sul petto, all’altezza dello sterno. Ed alcuni linfonodi ingrossati sui lati del collo. “Sarà un raffreddore? ..no, no.. Cosa c’entra lo sterno..” Non so a cosa pensare. Io, fino a quel momento ottimista di natura, penso subito a qualcosa di grave.. Sarà il mio sesto senso a dirlo… Il mio medico non da peso alla situazione; non ho sintomi di alcun tipo.. Non ne sono affatto convinto. Consulti endocrinologici; “..togliamo la tiroide..” Vago tra visite e controlli medici. Mononucleosi, test HIV, Citomegalovirus.. Nulla di tutto questo. Esegui esami citologici ai linfonodi del collo, tiroide ed a questa massa sotto allo sterno. Per pura casualità, entro in contatto con l’istituto di Ematologia del Policlinico Umberto I, distaccamento AIL di Roma. Vengo assegnato al gruppo D, malattie linfoproliferative. “Di cosa si tratta ? Cosa può essere ?”. Tremo. In pochi giorni mi viene diagnosticato un linfoma di Hodgkin al IV stadio, asintomatico. Niente febbre, niente prurito, niente sudorazioni notturne. Solo il mio sesto senso. Eseguo le biopsie ossee e midollari. TAC e PET total body. “Dobbiamo iniziare una cura Chemioterapica quanto prima.”Eseguo la crioconservazione del seme perché, mi spiegano, la terapia potrebbe danneggiare ed alterare il mio DNA rendendomi sterile. Il 29 maggio 2009 parte la mia prima seduta. Schema ABVD, quasi 4,5 ore di flebo. Non so spiegare perché ma non vedevo l’ora di arrivare a questo appuntamento. Il posto è davvero accogliente; non sembra neanche di entrare in un ospedale.
La struttura AIL è curata ed i medici ed il personale è cordiale ed amichevole. I volontari AIL non ti lasciano neanche un minuto. Questa è la cura, penso io. Ogni 14 giorni il mio appuntamento puntuale diviene sempre più faticoso. “Adesso quei capelli andranno tutti via !!”, scherza il professore. Mi rado a zero, benché non avessi già di mio una fluente chioma ! I sintomi post chemio si fanno via via più affannosi; spossatezza, ulcere alla bocca, braccia dolenti. Arrivato a metà percorso temo di non farcela a continuare. PET di controllo negativa; il mostro si stava ritirando. “Ancora 6 sedute, poi basta..” Stringo i denti. La mia famiglia ed i miei amici tifano per me. Mio figlio cresce, non posso di certo permettere che cresca senza di me. “..altre 4, poi basta..” Vado avanti ed a fine novembre faccio l’ultima seduta. “Sono stanco, non riesco quasi a camminare. Se mi piego per allacciare una scarpa non riesco a tirarmi su..” Circa venti giorni dopo inizio la radioterapia. 30 sedute localizzate sul mediastino. Il tempo vola. Il mio fisico piano piano recupera energie. La PET conferma la remissione dalla malattia. Ero guarito !! Controlli periodici ogni 3 mesi, analisi ematiche, ecografie collo, tessuti molli ed addome. PET ogni 6 mesi. Tornare all’AIL è come tornare nella mia seconda casa. Ormai mi sento uno di loro. Un legame che rimarrà per sempre, ne sono certo.
Il mio nome è Gianfranco, 38 anni, sposato da quasi 8, papà di un bambino di 6 anni e di una bimba di 8 mesi. La mia vita scorre serena tra casa, famiglia, lavoro, amici e la musica. Continuo a cantare, meglio di prima. Il mio desiderio è vivere. E’ il desiderio che unisce me a tutti voi. La speranza e la forza di volontà faranno il resto.
Il mio nome è Gianfranco, 38 anni, sposato da quasi 8, papà di un bambino di 6 anni e di una bimba di 8 mesi. La mia vita scorre serena tra casa, famiglia, lavoro, amici e la musica. Continuo a cantare, meglio di prima. Il mio desiderio è vivere. E’ il desiderio che unisce me a tutti voi. La speranza e la forza di volontà faranno il resto.
Il mio ringraziamento va all’AIL di Via Benevento in ROMA.
Al gruppo ematologico D, al Professor Pulsoni ed ai volontari.
Gianfranco