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- 18 Novembre 2013
Giunto alla soglia dei miei primi ottant’anni ho vissuto una esperienza molto dolorosa e, nello stesso tempo, gratificante ed istruttiva assieme. E’ accaduto che, sottopostomi ad un intervento chirurgico per la rimozione di una massa carnosa poco sotto il polpaccio della gamba destra, che venne diagnosticata come una “lipoma”, si sia rivelato all’esame bioptico essere, invece, un “linfoma diffuso di alto grado a cellule B”. Nell’apprendere il responso della biopsia fui preso da una angoscia profonda, mista ad un senso di paura, se non addirittura di panico: ero caduto nello scompiglio più totale. Fui indirizzato dall’amico chirurgo che aveva rimosso la massa carnosa al Reparto di Ematologia dei locali Ospedali Riuniti, rassicurandomi che si trattava di un Centro di eccellenza. Fu così che conobbi il personale medico di detto Reparto, ancora in preda a quel senso di angoscia. Dopo però pochi minuti che discorrevamo – sentite le spiegazioni che la componente medica mi aveva fornito e le delucidazioni sempre più convincenti alle mie domande circa il mio “status” di portatore di un male, ritenuto dai più incurabile – avvertii un senso di liberazione dalle mie angosce, dai pensieri negativi e subentrò in me un certo qual senso di sicurezza che era possibile guarire, perché mi ero messo nelle mani delle persone giuste, dotate di elevate professionalità e soprattutto animate di un alto senso di umanità e di rispetto verso il paziente. Dopo i dovuti accertamenti “protocollari”, fui affidato – in regime di “Day Hospital” – alle cure della dott.ssa Caterina Stelitano, che dirigeva – e tuttora dirige – il Reparto di Ematologia, appunto per i pazienti in regime di “Day Hospital”. Fu così che ebbi modo di approfondire la conoscenza della detta dott.ssa Stelitano – fui sottoposto a tre cicli di chemioterapia e, su suggerimento della stessa, ad un conseguente ciclo di radioterapia – e di apprezzare sempre di più il suo senso della “missione” affidatale, che non solo si alimenta del proprio bagaglio professionale, della propria capacità, sia pure di grado molto elevati, ma si nutre delle doti di umanità e di attenzione verso il malato: qualità, questa, di cui la dott.ssa Stelitano è grandemente dotata. Infine, è mio desiderio estendere la stima e considerazione verso il Reparto tutto, sia per la componente medica sia per la componente infermieristica. Ho sentito di assolvere quasi un dovere morale esternare a Lei – Gentile dottoressa Stelitano – queste mie considerazioni e riflessioni, autorizzandoLa fin da ora a farne l’uso che vuole, principalmente portandone a conoscenza del personale tutto – sia per la parte specialistica sia per la parte paramedica – il contenuto di questo mio scritto; che è poca cosa rispetto alla mole di lavoro che espletate con grande competenza ed umanità. Sempre grato, Le invio i miei saluti più cordiali, accompagnati da una forte stretta di mano.
Dr. Avv. Giovanni Montera
Presidente Aggiunto On. Corte di Cassazione