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- 24 Febbraio 2017
La classificazione dei vari sottotipi di linfoma, rivista nel 2016, ha consentito la descrizione ancora più dettagliata dei singoli linfomi, alla quale consegue una scelta terapeutica differente a seconda delle caratteristiche del linfoma in termini di aggressività clinica e personalizzata in base al profilo del singolo paziente. Le armi terapeutiche odierne sono più specifiche dei primi agenti utilizzati per il trattamento dei linfomi, per cui alla chemioterapia convenzionale vengono associate molecole biologiche ed anticorpi monoclonali. Tali agenti vengono considerati soprattutto nei casi in cui la terapia convenzionale non ha ottenuto la remissione di malattia oppure in caso di recidiva di malattia. La sperimentazione continua ad investire su questi nuovi farmaci che successivamente passano al vaglio per l’approvazione ufficiale.
Un esempio recente è stata l’approvazione dell’Ibrutinib (Imbruvica) per il trattamento di un raro istotipo di linfoma non-Hodgkin (LNH), il linfoma della zona marginale (MZL) che rappresenta il 12% dei LNH. Ibrutinib appartiene alla classe di molecole con attività biologica di inibizione delle chinasi cellulari, nello specifico la tirosin-chinasi di Bruton correlata al funzionamento del recettore dei linfociti B (BCR) neoplastici, dei quali viene interrotto il segnale proliferativo. La FDA (Food and Drug Administration) ha già approvato l’ibrutinib per il trattamento di altri sottotipi di LNH (mantellare, leucemia linfatica cronica, macroglobulinemia di Waldenstrom) e da inizio anno 2017 è disponibile anche per le forme di linfoma della zona marginale recidivate o refrattarie alla terapia di prima linea con chemioterapia od anticorpi monoclonali anti-CD20. I tempi per la commercializzazione sono stati accelerati sulla base degli ottimi risultati scaturiti dagli studi clinici, che hanno mostrato tassi di risposta globale soddisfacenti.
“Questa approvazione amplia l’indicazione per Imbruvica per includere il linfoma della zona marginale recidivato/refrattario. Si rivolge a un grande bisogno insoddisfatto per i pazienti che convivono con questa grave tumore del sangue”, ha detto Peter F. Lebowitz, MD, PhD, capo dell’oncologia mondiale, Janssen Biotech, che è la società di sviluppo congiunto e la commercializzazione l’agente insieme con la società Abbvie Pharmacyclics.
Questa novità rappresenta un altro grande passo nell’avanzamento della ricerca clinica ed aumenta la speranza di questa sottoclasse di pazienti che potranno così trarne beneficio.