- by Martino Micheli
- 30 Dicembre 2021
Il termine inglese “patient engagement” vuol dire letteralmente “coinvolgimento del paziente”; nello specifico, con esso si intende la partecipazione attiva del paziente nel suo percorso di cura.
Per quanto questo concetto possa apparire ovvio, non lo è stato per lungo tempo.
In passato, infatti, la tendenza per molti pazienti era quella di subire in modo passivo le decisioni del curante, e i professionisti erano maggiormente orientati a confrontarsi con parenti e caregivers piuttosto che con il malato stesso, nel tentativo di evitargli ansia e preoccupazione. Tuttavia, tale approccio contribuiva a peggiorare ulteriormente la condizione del paziente, inibendo la sua capacità di prendere decisioni e reagire alla situazione.
Alla luce di ciò, è sorta la necessità di riconsiderare il rapporto medico-paziente, al fine di rendere il malato protagonista della sua storia, e del processo decisionale durante tutto il percorso di cura. Diversi studi hanno infatti dimostrato l’impatto positivo delle scelte condivise tra medico e paziente sulla qualità di tale percorso e, quindi, sulla salute generale.
Il coinvolgimento del paziente, tuttavia, non avviene sempre in modo semplice e immediato. Tra le altre cose, esso richiede da parte del paziente una informazione adeguata e conoscenza attiva riguardo il proprio stato di salute, gli esami e le cure alle quali viene sottoposto.
Inoltre, ogni paziente è diverso e lo stesso approccio potrebbe non essere adatto a tutti. Esiste infatti una certa variabilità nel coinvolgimento dei pazienti nell’assistenza sanitaria, dovuta a svariate ragioni organizzative e a fattori personali quali valori culturali, alfabetizzazione sanitaria e uso della tecnologia per ottenere informazioni, motivazione, estensione della malattia, supporto psicosociale. A questo proposito è stato recentemente sviluppato un modello, definito “Interactive Care Model”, che fornisce una guida pratica su come promuovere realmente un coinvolgimento individualizzato del paziente, con il fine ultimo di consentirgli scelte consapevoli per la propria salute.
Gli incontri del progetto “Un medico per amico”, l’ultimo dei quali tenutosi lo scorso 20 novembre, e organizzati dall’associazione LINFOVITA, hanno anche questo obiettivo: dare risalto alla centralità e specificità del paziente, e favorire l’alleanza terapeutica tra medico e paziente stesso, basata sulla fiducia, sull’ascolto e sull’impegno reciproco.
Fonte: Karen Drenkard et al. Interactive Care Model. A framework for More Fully Engaging People in their Healthcare. The Journal of Nursing Administration, 2015.