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Pino
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  • Pino
  • by admin
  • 30 Settembre 2014

Mi chiamo Giuseppe Leonardis (Pino, Peppino, Joe sono alcuni dei nomignoli attribuitimi da amici e parenti), sono un ex paziente al quale è stato diagnosticato un Linfoma non Hodgkin. Libero professionista nel mondo dell’elettronica, sono sempre stato abituato a non stare mai fermo: montare, smontare, riparare, nel bene e nel male mi son sempre dato da fare costruendomi una famiglia alla quale spero di non aver fatto mai mancare niente. La mia iperattività è stata bruscamente interrotta da stanchezza ed affaticamento, successivi approfondimenti clinici hanno evidenziato un esito finale psicologicamente (e non solo) distruttivo, LNH. Sin da subito però il Signore nostro Dio mi ha lanciato una mano di aiuto facendomi conoscere colei la quale mi ha accompagnato verso la missione più importante che la vita mi ha destinato, il mio Angelo custode, la Dott.ssa Caterina Stelitano, una donna, un’amica, un vero e proprio Angelo prima che una grandissima Professionista. Sapevo già chi fosse per aver già anni addietro avuto in cura mio nipote, aveva quindi già salvato la vita ad un pezzo di cuore della mia famiglia e per questo sapevo di esser in buone mani. Via con la trafila di analisi, ricovero, cure, chemio, ed infine l’autotrapianto, tutto ciò nel reparto di Ematologia degli Ospedali Riuniti di R.C., all’interno del quale sembra di essere in un altro mondo, un’altra dimensione. Ti assiste personale medico e paramedico che dopo solo 2 giorni di ricovero sembra di conoscere da una vita, nonostante le sofferenze che all’interno dello stesso si vivono: la bontà, la gentilezza, la generosità, valori quasi del tutto scomparsi o inesistenti al di fuori di quel reparto, qui invece la fanno da padrone così come la professionalità indiscutibile di chi ci lavora, dal personale addetto alle pulizie sino al Primario del reparto, nessuno escluso. Dopo un anno di lotta, con mia moglie sempre al fianco a darmi forza, riesco ad intravedere la luce della guarigione, abbracci e grazie infinite a chi mi ha curato ed a chi ha dedicato anche e solo un semplicissimo attimo, o parola, affinché ciò potesse avvenire. Saluto tutti in reparto perché oramai erano parte integrante della mia vita, della mia famiglia, gli infermieri eran divenuti carissimi amici, lo rimanevano anche grazie ai Social Network, i Dottori tutti, nessuno escluso (RONCO, MARINO, VINCELLI,MARTINO,……… scusate se non ricordo tutti i nomi) mi fanno l’imbocca al lupo per il ritorno alla vita normale, senza dimenticarmi prima però di non mancare ai futuri controlli e visite varie da eseguire periodicamente per tenere sotto controllo la situazione. Io eseguo gli ordini, visite di controllo esami clinici di routine vari, tutto negativo; ovviamente la chemio ha cambiato un po’ il mio fisico e non posso più purtroppo permettermi di lavorare, mi appassiono però nel frattempo alla fotografia. Conosco un sacco di gente nuova che mi si affeziona e mi rispetta x quello che sono e non per ciò che ho avuto rendendomi più forte, tra questi conosco un ragazzo speciale che fa il fotografo per professione e che mi porta con sé in questo mondo fiabesco fatto di scatti reali, di storia e di memoria (grazie per tutto… Daniele). Battezzi, lauree, comunioni e matrimoni mi vengono affidati nel frattempo dai miei più stretti familiari per fiducia e spero pure per bravura, immortalavo ogni attimo della vita altrui, lo modificavo, o semplicemente lo rendevo più bello di ciò che già era. La mia Palmi, le zone dove son cresciuto, le ricorrenze religiose, ogni cosa mi rendeva libero di vivere e mi faceva sognare, facendomi dimenticare il male passato. Tutto questo sino a Marzo di questo anno, ho ricominciato a sentirmi stanco, male alle ossa, subito visita di controllo e nulla; mi sveglio una mattina con un grosso ematoma sotto l’ascella sinistra, pensavo fosse a seguito di uno sforzo fatto oppure da trauma x essermi appoggiato male sul tre piedi della macchina fotografica, ed invece si gonfia giorno dopo giorno sempre di più. Cerco di rintracciare subito la Dott.ssa Stelitano, che nonostante fosse assente per propri motivi personali e di salute, si rende immediatamente a disposizione ed attiva giorno e notte nel cercare di capire il problema e sperare che non sia una ricaduta della malattia. Tac, RMN, prelievi, tutto negativo sembra, un grosso ematoma dalle dimensioni di un limone che i chirurghi credono si debba assorbire da solo, non spiegandosi la causa né tantomeno i tempi di guarigione, nel frattempo però iniziavo ad avere fortissimi mal di testa, iniziavo a non sentire più bene né a vedere, dalla stanchezza e dal male alle ossa non riuscivo più a star seduto, avevo allucinazioni sino a che i medici hanno iniziato a pensare che fosse uno stato di Depressione dovuto alla paura di una possibile ricaduta della malattia, perciò visita dalla psichiatra al Riuniti (grazie a mio zio Turi mi trasportarono con ambulanza perché oramai costretto a letto, con Enza, Cetta ed Elena sempre al mio fianco), con tanto di cura da eseguire e con la disponibilità della dottoressa a contattarla in qualsiasi momento. Ma il destino volle altro per me, la cura sembrava desse effetto (a Carmen e Sandruccia l’arduo compito di farmi le terapie), ma poi si ricadeva in uno stato di assenza totale, il braccio non sgonfiava anzi era oramai quasi difficile alzarlo da solo, mio zio tornato dall’ennesimo suo viaggio di lavoro decide che non potevo più restare in quel modo e mi riporta in ospedale con l’ambulanza al Riuniti dove al pronto soccorso inizia una trafila infinita di visite e relazioni dei vari medici per capire quale fosse il problema ed a quale reparto dovevano affidarmi. Io ero stremato, ma con mia moglie, mia sorella e mia cognata al fianco ero tranquillo che pure questa volta potevo farcela. Le porte di quel mondo irreale su descritto si riaprirono, quella notte c’era il Dottore Martino in reparto che ha voluto fortemente il mio ricovero (non è un caso se lo scrivo), e questa volta gli angeli “amici” (medici e paramedici) nel rivedermi dapprima si rattristirono capendo la gravità della situazione, dopo un primo impatto negativo iniziale però ricominciarono a sorridermi, a chiamarmi (Peppe, Peppino, Joe), accarezzarmi come il primo giorno, dando forza a me ed a chi mi stava al fianco.
Gli esami erano negativi, TAC, RMN, ECOGRAFIE, non si spiegavano il perché del mio stato, dopo un’attenta visita oculistica però si riscontrava un’emorragia oculare. Tac alla testa e presenza di liquido che comprimeva il cervello, ma perché? Quale è l’origine del problema? Il 10 agosto mi operano alla testa cercando di far drenare e quindi decomprimere la pressione intracranica con successivo prelievo di quel liquido, la diagnosi questa volta è tragica, MENINGIOMA LEUCEMICO. Si cerca il modo di preparare i miei familiari a ciò che verrà, io vedo il mondo attraversarmi di fronte, inizio la chemio sempre con un minimo di speranza dataci dalla fede e non da altro perché purtroppo la situazione è tragicamente drastica. Chi mi AMA si alterna al mio fianco o semplicemente si offre per dar sostegno a chi lo fa (Salvatore, Mimmo, Pino, Franca, Marco, Luca, Carmine), i ragazzi dell’AIL, gli e mi, stanno al fianco sempre, gli infermieri semplicemente salutandomi ad inizio e fine turno mi allungano la vita, lo sguardo dei medici è però di quelli che “ VORREMMO AIUTARTI MA QUESTA VOLTA E’ PIU’ GRANDE DI TUTTI NOI!”. Io inizio ad alternare stati comatosi a vigili con sporadica vista ed udito, mia moglie mi chiama e mi ripete quanto mi ama, mia sorella mi parla dei nipoti e ricorda i bei momenti, Salvina (mia nuora, giovanissima) mi coccola come fa con i miei stupendi nipotini, mia cognata è sempre lì al mio fianco abbandonando le sue tre piccole pesti. Non ho molto fiato per parlare, ma quando ho forza lo faccio con molta lucidità: Grazie Meluzzo per quello che fai, vatindi a casa nto figghiolu; promettimi che ti pigghj cura da “Figghiola” (Viviana sua figlia 21 anni), dincillu puru a Pascali (così chiamo zio Turi); annuisco a Cetta mentre mi saluta per telefono i nipoti; Salvina mi manda i baci dei miei piccolini; Elena mi fa la barba e Carmelo completa con i capelli; Enza è sempre al mio fianco anche quando non c’è. I medici comunicano ai miei che non ci son speranze e che oramai è soltanto il cuore a reggere perché è un cuore giovane mentre il fisico mi stava già abbandonando da tempo, il mio cuore ha retto però non perché era giovane, ma perché pieno d’amore nei confronti di chi mi è stato vicino e mi ha amato e voluto bene, pieno d’amore verso la mia famiglia, i miei amici, la mia Palmi. Dopo due giorni di agonia nei quali hanno cercato di alternarsi al mio fianco per non far vedere il mio stato a mia moglie non facendola entrare e soffrire più di quanto già faceva, ho lasciato questo mondo proprio in quei 5 minuti mentre ad aspettare il cambio tra mia sorella e mio cugino è entrata lei, la donna più importante della mia vita, con la quale ho condiviso 30 anni di gioie e dolori, ma che è stata sempre al mio fianco senza mai lamentarsi o abbattersi. PINO ha lottato con tutte le sue forze, ma questa volta non c’e’ l’ha fatta, gli Angeli terrestri che nel Reparto di Ematologia degli Ospedali Riuniti di Reggio Calabria lo hanno accolto, accudito, coccolato, questa volta non possono far altro che proteggerlo sino all’arrivo degli Angeli celesti che lo consegneranno al Dio Padre. Le porte di quel mondo irreale (reparto ematologia ospedali riuniti), questa volta si chiudono per sempre (per chi non crede in Dio, anche quella sera c’era il Dottore Martino di turno), così come quelle del mondo esterno, un mondo dove il rispetto, l’educazione, la solidarietà, la bontà e la gentilezza sono oramai antichi valori da tutti conosciuti ma da pochi applicati. Un mondo dove anziché vivere di realtà e quotidianità, si vive di e con i Social Network sui quali si litiga, si è amici o no tramite un click o un mi piace, un mondo che non rispecchia la realtà giornaliera vissuta.

Un grazie e scusa ai miei suoceri perché nella malattia mi son stati al fianco finché han potuto e perché non essendo in me stesso magari non li ho ringraziati per quanto fatto; a Vivi e Fabio con la speranza che i valori e l’educazione donatagli possa esser da strada maestra per loro e per i loro figli; a Salvina, Cetta, Elena, Salvatore, Mimmo, ed a tutti coloro i quali mi hanno assistito durante questi 4 anni tra malattia, guarigione, ricaduta; ai miei ANGELI terrestri (ENZA, VIVI, FABIO E ….. L’INTERO REPARTO DI EMATOLOGIA DEGLI OSPEDALI RIUNITI DI R.C., NESSUNO ESCLUSO), mandatimi dal Signore per accudirmi, e prendersi cura di me prima di consegnarmi verso la guarigione nella vita eterna, alla Dott.ssa Stelitano perché anche quando non poteva, c’era sempre, anche quando dopo l’ultima chiamata di Carmelo (Pinuccio non c’e’ più) lei ha mollato tutto ed è corsa in ospedale per l’ultimo saluto; alla mia amata Palmi, perché il giorno in cui il Signore mi ha ACCOLTO, è venuta tutta a salutarmi (SEI DI PALMI SE…….. ami la tua città ed il tuo prossimo come e più di te stesso, IO LO HO FATTO). Pino non ha mollato mai, non ha mai smesso di lottare anche quando tutto era perso, grazie a chi lo ha amato e lo ha vissuto, e soprattutto grazie a chi opera in quel reparto dove la sofferenza è di casa e capisci davvero come la vita sia il bene più prezioso in assoluto di questo mondo.

“La cosa più preziosa che puoi ricevere da chi ami è il suo tempo. Non sono le parole, non sono i fiori, i regali. E’ il tempo. Perché quello non torna indietro, e quello che ha dato a te è solo tuo, non importa se è stata un’ora o una vita…” (David Grosmann)

 

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