
- by admin
- 23 Dicembre 2013
Nella mia vita ho sempre chiesto al Signore non la felicità ma la serenità,così come ho sperato di poter affrontare la vecchiaia con tranquillità, invece la vita, che mi ha dato tanto,mi ha sferzato spesso con dolori indelebili. Mi ha fatto incontrare anche,all’età di 62 anni,un nemico terribile e temibile,un tumore,un linfoma non Hodgkins,e,visto che tutti mi considerano dotata di un forte carattere (il che apparentemente è vero), l’ ho sconfitto,o,forse,come mi ripete il mio amico medico romano,dr.Pulcini ,” San Pietro non ti ha voluto: ben tornata tra noi” . Una sera di settembre del 2010, guardando la TV ,mi sono toccata distrattamente La tempia dx ed ho notato un piccolo rigonfiamento. Essendo una donna attenta alla prevenzione,sono corsa dall’oculista per accertarmi che non fosse collegato alla lacrimazione dell’occhio.scongiurato il nesso,dopo pochi giorni si è gonfiata la ghiandola parotidea,questa volta ho interpellato il dentista,che mi ha tranquillizzata. Poiche’ i due rigonfiamenti non retrocedevano,ma aumentavano,il mio caro medico di base, cugino acquisito, mi ha costretto a sottopormi ad un’ecografia: vascolarizzati. Inizia così’,con il cuore in gola,la serie di accertamenti tra Calabria e Roma:tac,tac con contrasto,ecografie,ago aspirato,prelievo zona temporale per esame istologico:linfoma conclamato,referto identico sia a Roma che a Bologna( vetrini inviati al prof.Pileri). Da chi è dove farsi curare? Consulto e sottopongo i relativi accertamenti ai proff.piu’ rinomati in questo campo: a Bologna al prof.Baccarani e al dott.Zinzani,a Roma al prof. Martelli. Tutti,all’unanimità’,mi consigliano di rivolgermi all’ottimo centro di Ematologia di Reggio Calabria,facendomi seguire dalla dott.ssa Stelitano per iniziare l’ R- Chop. Subito un appuntamento,un prelievo di midollo osseo (analizzato sempre a Bologna), fortunatamente negativo e inizio della Chemio. Come mi sono sentita? Anestetizzata e pronta a scrivere il testamento,e nonostante siano trascorsi due anni e mezzo dalla guarigione,mi sento ancora così, perché ho perso la mia grande voglia di vivere,essendo sempre stata impegnata, sempre pronta a riunire amici e parenti,sempre con la valigia in mano al seguito di mio marito. Oggi sono più introversa, più assente, direi più triste, più fiacca (con sprazzi di vitalità) nonostante il grande supporto di mio marito,dei figli,dei nipotini, di mia sorella, delle poche amiche care che,rincasando dopo la chemio, invitavo a cena (in particolare devo ringraziare Hafra, anatomo – patologo,che mi ha seguita e sostenuta nei viaggi della speranza).
Ho sopportato dolori muscolari atroci,e dico atroci,durante la cura,mi alzavo alle quattro del mattino perché dormivo poco e facevo colazione,mi controllavo la pressione,la glicemia,annotavo tutti i sintomi di cui non conoscevo la causa per esporli su un foglietto alla dottoressa,mi guardavo allo specchio ( raramente per non avvilirmi ed impazzire) e mi vedevo tanto racchia ed irriconoscibile,compiangevo mio marito per dover sopportare una tale visione. Ho cestinato mascara nuovi per non essermi accorta che le ciglia erano scomparse,mi sono scioccata quando, dopo la prima chemio,facendo lo shampoo,i capelli si sono aggrovigliati in modo inestricabile…..ma ho preso le forbici e da sola ho realizzato un taglio corto….durato poco. A volte, se sola, piangevo, chiedendomi il perché, domanda sciocca,senza risposte accettabili o esaustive. Oggi, da qualche battuta, capisco come mi vedevano gli altri,molti rattristati e silenziosi per il mio viso deformato,ma sul quale non mi sono voluta soffermare,anzi,nelle giornate più soleggiate mi imbellettavo,mi vestivo di tutto punto e passeggiavo sul lungomare con il mio Rocky,un maltese,per assorbire quanto più sole possibile e respirare a pieni polmoni. Un mese fa’,a Firenze,ho raccontato serenamente la mia convivenza con il tumore ad una ragazza specializzanda in Ematologia,la quale ha concluso dicendo:” Tutti gli oncologi vorrebbero avere pazienti come Lei”,un complimento rivoltomi anche da altri professori,ma non credo di meritarlo perché reputo che nella vita le gioie si ricordano perché poche,i dolori non mancano,il resto del vivere e’ una lotta. Nonostante tutto, ringrazio quotidianamente il Signore per il dono che mi ha fatto e la mia cara mamma che, da lassù,tenendomi per mano,mi ha accompagnata nel triste percorso pregando ed ascoltando le mie suppliche. Le tragedie personali si vivono e si affrontano da soli,nonostante si sia circondati dagli affetti piu’ cari. Ultimamente,però ,comincio a percepire il bisogno di reinserirmi nella vita attiva, Inventandomi magari un lavoro,per distogliere i miei pensieri dai traumi fisici causati o accentuati dalla chemio e superare cosi’ i momenti di depressione.
Rosanna Mesiti